I Cobot sono robot industriali di nuova generazione progettati per condividere l’ambiente di lavoro con l’uomo: questa caratteristica li differenzia dai tradizionali robot industriali che operano in celle fisicamente separate dagli spazi di lavoro degli operatori umani. La possibile interazione uomo – macchina genera quindi nuovi sistemi produttivi che necessariamente devono mettere al centro l’uomo e la sua sicurezza. Il contributo dei Cobot nella riduzione dei rischi per l’operatore e nella diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro può concretizzarsi in tre direzioni:
- i Cobot stanno già portando a un miglioramento delle dotazioni tecniche di prevenzione e riduzione dei rischi dovuti all’interazione nello stesso spazio fisico;
- l’avvento dei Cobot sta comportando uno sviluppo della normativa in termini di sicurezza;
- i Cobot possono anche ridurre i rischi derivanti da particolari lavorazioni che possono mettere a repentaglio la sicurezza dei lavoratori.
Punto in comune di questi 3 aspetti rimane l’uomo, sul quale è necessario agire con percorsi di addestramento e formazione mirati a diffondere la cultura della sicurezza in questi nuovi ambiti di lavoro.
Cobot e sicurezza sul lavoro: la normativa
Parlare in generale di sicurezza relativa ai Cobot è limitativo e fuorviante. I Cobot sono infatti robot industriali che si completano solo nel momento della loro integrazione in un sistema produttivo: end effectors, tipologia di lavorazioni e relativa programmazione e spazi di lavoro possono influire in modo sostanziale sull’analisi dei rischi e sulle conseguenti procedure di sicurezza regolate dalla Direttiva Macchine 2006/42/CE.
Questa direttiva, la cui conformità è certificata dall’apposizione del marchio CE su un prodotto, stabilisce i requisiti essenziali di salute e sicurezza (EHSR) per i Cobot commercializzati in Europa ed elenca le norme fondamentali che si riferiscono ai robot industriali.
Le linee guida generali in materia di Cobot e sicurezza sono poi quelle contenute nella specifica tecnica ISO / TS 15066 che fornisce indicazioni pratiche per ridurre i rischi e verrà in futuro integrata nella norma EN ISO 10218 1 / 2. La specifica nasce con le nuove esigenze di interazione con le macchine e può aiutare anche i datori di lavoro, in particolare le nelle PMI, a far lavorare gli operatori con i Cobot in sicurezza, migliorando anche la fruibilità degli spazi di lavoro attraverso la loro semplificazione.
Tuttavia ciò che è sempre centrale nel processo di integrazione di un Cobot in un sistema produttivo è l’uomo, e questo impone che la corretta progettazione di un sistema produttivo collaborativo sia un processo culturale e formativo interno all’azienda che applica le migliori pratiche di riduzione dei rischi.
Cobot e sicurezza: i dispositivi tecnologici
Se la chiave di Industria 4.0 è l’interazione uomo – macchina, è anche sui dispositivi tecnologici dei Cobot che si deve agire per garantire la sicurezza degli operatori. Già oggi la robotica collaborativa coniuga le esigenze produttive con quelle di sicurezza e incolumità degli operatori grazie a sistemi di limitazione di potenza, di limitazione della forza, di monitoraggio ambientale, di controllo della velocità e gestione della separazione degli spazi che permettono ai Cobot di lavorare accanto agli uomini, nello stesso spazio fisico di lavoro e senza barriere. Anche tutti questi dispositivi tecnologici rientrano nella specifica analisi dei rischi e nelle conseguenti procedure di sicurezza riferite all’integrazione dei Cobot in un determinato processo produttivo.
Cobot e sicurezza: la riduzione dei rischi per la salute dell’operatore umano
Infine c’è un terzo ambito nel quale i Cobot possono giocare un ruolo nella diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro, ed è quello della riduzione dei rischi per la salute degli operatori umani. I Cobot infatti possono lavorare anche in sostituzione degli operatori umani, ai quali viene demandato il ruolo di supervisione, in particolari lavorazioni che potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza delle persone
E’ il caso di lavorazioni che comportano situazioni pericolose per l’operatore o pesantezza fisica che le rende usuranti. In tutte queste produzioni risulta ancor più importante agire sul fattore umano con un intervento complessivo che porti gli operatori ad affrontare in modo consapevole i cambiamenti che derivano dall’integrazione delle tecnologie collaborative nei sistemi produttivi industriali.